Coronavirus, la conferenza stampa del commissario Arcuri e le dichiarazioni del ministro Speranza.
Emergenza coronavirus, Arcuri: “La battaglia non è vinta”. Dopo che Giuseppe Conte ha prorogato le misure restrittive fino al prossimo 13 aprile e dopo che i dati legati ai contagi hanno fatto registrare una decrescita, la sensazione è che più persone, anzi, troppe persone si stiano lasciando andare a comportamenti irresponsabili. L’allarme parte dalla Lombardia e arriva a Roma. Governatori, ministri e addetti ai lavori.
Coronavirus, Arcuri: “Battaglia non vinta”
In occasione del consueto appuntamento con la stampa, il commissario Arcuri ha ribadito come al momento la battaglia contro il coronavirus non sia ancora vinta. Al momento non è possibile fare previsioni e tutti devono continuare a fare la propria parte.
“La nostra battaglia contro il Coronavirus prosegue senza sosta. Dobbiamo però evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, che abbiamo costretto l’avversario in un angolo e stiamo per avere il sopravvento: gli indicatori ci dicono solo che stiamo cominciando a contenerne la portata. Ma la sua dimensione seppure non uniforme è ancora rilevante. Bisogna astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare a normalizzare comportamenti”.
Speranza, ‘Gli atteggiamenti sbagliati rischiano di compromettere i sacrifici fatti finora’
“Gli atteggiamenti sbagliati o immaginare che la battaglia sia già vinta rischiano di compromettere i tanti sacrifici fatti finora. Non bastano i decreti, questa battaglia si vince esclusivamente con il contributo di ogni cittadino”.
“Il distanziamento sociale è l’unica arma per ridurre il contagio e dobbiamo insistere su questa strada, l’unica al momento che dà certezze”.
“Nessuna sottovalutazione, serve massimo rigore e massima serietà. C’è un fatto riscontrabile: l’erre con zero che a febbraio e i primi di marzo era molto alto, in alcuni casi ha sfiorato il tre nel nostro territorio, con l’applicazione delle misure che abbiamo disposto ha iniziato la sia discesa. In questo momento è molto più basso di come era prima. Questo ha avuto un effetto già riscontrabile sugli accessi in terapia intensiva e dei pazienti con sintomi gravi”.
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